Conto corrente, quando cambiarlo conviene
Per le famiglie italiane, nel triennio 2016-2018 i conti correnti hanno visto un aumento medio dei costi che ha superato i 10 euro. Gli organi di vigilanza hanno intrapreso di recente campagne per calmierare i costi dei servizi bancari, ma con effetto solo momentaneo.
Secondo gli analisti, fare affidamento solo sulle authority, da Banca d’Italia a Antitrust, non è sufficiente. Occorre che anche i consumatori facciano la loro parte. Come? Favorendo la concorrenza e quindi valutando la possibilità di cambiare istituto bancario, qualora le condizioni non siano più soddisfacenti. Questo aiuterebbe anche ad implementare i progressi tecnologici nel settore del digital banking. Secondo Il Sole 24 Ore, per dispiegarsi appieno la concorrenza ha bisogno di una forte spinta dal basso.
Banca d’Italia ha rivelato che passare da un conto a un altro comporterebbe un risparmio di 50 euro l’anno. Ma il dato più preoccupante è che chi è titolare di un conto corrente da più di dieci anni si ritrova oggi a pagare di più rispetto a chi lo ha aperto in tempi più recenti, anche presso la stessa banca. E tuttavia gli italiani sono restii a migrare in un altro istituto: se è molto alto il livello di fidelizzazione della clientela, di contro è molto bassa la tendenza a rinegoziare le condizioni del proprio conto corrente.
Pochi sanno che dal 2015 (Dl. n.3/2015) spostare il proprio conto corrente da una banca a un’altra è un’operazione gratuita e semplificata: in dodici giorni l’operazione può essere conclusa con esito positivo, senza oneri e senza adempimenti burocratici a carico del cliente.
Ma cosa succede una volta cambiato istituto bancario? Acquisito il cliente, le banche possono cambiare le condizioni semplicemente avvisando il correntista, il quale a questo punto deve poter monitorare con una certa costanza la propria posizione, le condizioni iniziali e i vantaggi e gli svantaggi delle nuove condizioni, rinegoziandole, se opportuno, o decidendo di cambiare istituto, per evitare che i differenziali di spesa si stratifichino negli anni. E’ così che si crea, infatti, la paradossale disparità di trattamento per i clienti più fedeli.
Per tutti, rimane la possibilità di rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario – il sistema di risoluzione alternativa delle controversie – per contestare eventuali addebiti ingiustificati.
Arbitro Bancario Finanziario
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