Donne e lavoro. Sono sempre di più in Italia le neo-mamme costrette a lasciare la loro occupazione dopo il primo anno di maternità. I dati più recenti a nostra disposizione risalgono al 2016 e ci mostrano un Paese in cui il 78% di richieste di dimissioni riguarda le lavoratrici madri. A questo si aggiunge un quadro poco confortante sull’occupazione femminile in Italia, attualmente ferma al 48,8%, a fronte di un 62,5% europeo (sono i risultati di un’analisi condotta dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).
Pochi giorni fa, il ministro del lavoro Nunzia Catalfo ha svelato che per fronteggiare il problema dell’abbandono femminile del lavoro è in esame una norma, da inserire in Manovra, che prevede un esonero contributivo al datore di lavoro, allo scopo di mantenere la donna nella sua occupazione, dopo la maternità.
Ma in favore dell’occupazione femminile arriva la legge di Bilancio, che ha dato il via ai Bonus Assunzioni 2020, di cui beneficeranno anche le donne: assumere una donna disoccupata in un ambito in cui il divario di genere è superiore al 25% della media per il datore di lavoro vorrà dire avere la possibilità di beneficiare di uno sgravio contributivo del 50% fino a un massimo di 18 mesi.