In caso di separazione o scioglimento del matrimonio, la casa coniugale assegnata al coniuge sarà totalmente esente da Imu e Tasi. Lo stabilisce l’articolo 4, comma 12-quinquies, del D.L.. 16/2012, secondo il quale l’abitazione in questione rientra nel novero, ai fini Imu, delle abitazioni assimilate alla principale per legge.

Possedere un’abitazione assimilata alla principale significa infatti essere esenti dal pagamenti dell’Imu e della Tasi, purché non sia definita di lusso e sia classificata nelle categorie catastali A/1, A/8 o A/9. Tale assegnazione si intende effettuata a titolo di diritto di abitazione: in altre parole, risulta equiparata, per effetto di una finzione giuridica, all’attribuzione di un diritto reale. Inoltre, la normativa non richiede che ci sia il requisito della residenza e della dimora abituale. Il coniuge assegnatario può non essere proprietario della casa assegnata, oppure può esserlo o essere comproprietario.

L’esenzione si applica anche alle pertinenze dell’abitazione assegnata, ma occhio alle categorie catastali: rientrano nell’assegnazione quelle classificate come C/2, C/6 e C/7, e con un massimo di una sola pertinenza per ogni categoria indicata e comprese nella stessa planimetria dell’unità immobiliare.

Ma le assimilazioni non finiscono qui. Ad avere l’esenzione saranno anche le unità immobiliari che appartengono a cooperative edilizie adibite ad abitazione principale (più le pertinenze), insieme agli immobili di cooperative a proprietà indivisa destinate a studenti, i fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali, l’unico immobile iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano posseduto e non concesso in locazione dal personale in servizio permanente appartenente alle Forze Armate, alle Forze di Polizia a ordinamento militare e civile, al corpo dei Vigili del Fuoco e al personale appartenente alla carriera prefettizia per il quale non sono richieste le condizioni della dimora abituale e della residenza anagrafica.