Dieci anni in più per "restare al Sud"

Resto al Sud, l’incentivo più popolare (e proficuo) degli ultimi tempi nelle regioni del meridione, si presenta rinnovato e significativamente esteso: un decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 23 novembre, amplia la platea dei beneficiari degli incentivi, estendendo l’età a 46 anni, invece di 36 come era in precedenza, e includendo anche  le attività libero-professionali, esercitate sia in forma individuale che come società. Per i professionisti è richiesta soltanto la Partita Iva, oppure, se prevista, l’iscrizione agli ordini professionali. 

Invariata la procedura per richiedere il finanziamento: accesso tramite il portale di Invitalia e presentazione dell’iniziativa, che può essere sostenuta con un importo massimo di 200.000 euro. Tale importo avrà una copertura del 35% a fondo perduto e del restante 65% con finanziamento bancario, i cui interessi saranno pagati da Invitalia. Anche questa è un’interessante novità.

Resto al Sud negli ultimi anni ha rappresentato uno strumento di grande potenza per la nascita di nuove imprese e per lo sviluppo economico di territori svantaggiati. Inizialmente rivolto alle regioni del Mezzogiorno, nell’ultimo anno si è aperto anche alle aree colpite dai gravi sismi del 2016 e 2017. Ad oggi, sono quasi 10.000 le domande presentate e 4.000 quelle approvate. Le agevolazioni concesse toccano il tetto dei 9 miliardi di euro, con 260.000 nuovi posti di lavoro creati proprio grazie alle neo-imprese finanziate da Resto al Sud. 

L’apertura ai professionisti e l’ampliamento dell’età sono un’occasione di crescita per tutto il territorio nazionale, un’occasione da sfruttare per chi non rientrava nei parametri di Invitalia ma aveva un’idea di sviluppo che necessitava soltanto di una spinta. 

Resto al Sud si rivolge agli under 46 che

Possono presentare richiesta di finanziamento le società, anche cooperative, le ditte individuali costituite successivamente alla data del 21 giugno 2017, o i team di persone che si costituiscono entro 60 giorni (o 120 se residenti all’estero) dopo l’esito positivo della valutazione.

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